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IL VOTO SPIEGATO – I vantaggi e i rischi connessi alle monete virtuali, le potenzialità del mercato unico ancora da sfruttare: il “film” della plenaria di questa settimana attraverso il voto espresso da Caterina Chinnici

“Le monete virtuali (bitcoin) si stanno molto diffondendo, in particolare tramite la cosiddetta tecnologia di registro distribuito (DLT), e hanno già un valore superiore ai 5 miliardi di euro. La riduzione dei costi di transazione e dei costi operativi per i pagamenti potrebbe rivelarsi un vantaggio per i cittadini, ma occorre un’adeguata regolamentazione per garantire che le transazioni rispettino livelli elevati di sicurezza. La volatilità delle monete virtuali si presta, infatti, alla creazione di bolle speculative e sopratutto a transazioni sul “mercato nero”, quali il riciclaggio di denaro o il finanziamento di attività criminali. Bisogna tracciare un quadro giuridico snello che non penalizzi l’innovazione ma che consenta al tempo stesso di contrastare efficacemente i rischi che i nuovi sistemi comportano”.

Lo afferma l’eurodeputata di S&D Caterina Chinnici nella spiegazione di voto a supporto della risoluzione sulle valute virtuali con la quale, nella mini-plenaria di questa settimana a Bruxelles, il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione Europea di istituire una task-force composta da esperti tecnici ed esperti di regolamentazione sulla DLT.

Caterina Chinnici PE

Ancora sul terreno dell’economia comunitaria, voto favorevole da parte di Caterina Chinnici anche alla risoluzione parlamentare volta all’eliminazione delle barriere non tariffarie nel mercato unico, con la quale si invita la Commissione ad assicurarsi che gli Stati membri abbandonino le misure protezionistiche per aprire i propri mercati nazionali. “L’eliminazione degli ostacoli tariffari nell’UE ha permesso di creare il mercato unico europeo e per ampliare questo processo vanno rimosse – afferma l’eurodeputata siciliana – anche le barriere non tariffarie ancora esistenti nei Paesi membri. Si tratta di regole spesso di natura tecnica o amministrativa che scoraggiano le imprese ad entrare in nuovi mercati europei. Sarebbe un vantaggio sopratutto per i consumatori, che potrebbero beneficiare di maggiore scelta e di prezzi inferiori”.

Stesso “target” anche per un’altra risoluzione votata dall’eurocamera e sostenuta da Caterina Chinnici, quella in tema di strategia per il mercato unico. “Il mercato unico ha rappresentato uno dei principali risultati ottenuti dall’integrazione europea – dice Caterina Chinnici – ma deve ancora esprimere il suo pieno potenziale. Per esempio, sono necessari miglioramenti nel settore dell’IVA, va facilitato l’accesso delle imprese agli appalti pubblici e servono azioni che guardino alle sfide poste dal mercato digitale e dall’economia collaborativa, che sta cambiando il modo di fornire e fruire sia beni che servizi. Ci attendiamo, fra l’altro, che la Commissione, insieme agli stati membri, riesca a trovare soluzioni legislative per evitare che la sharing economy diventi un modo per eludere le regole del mercato a danno dei consumatori”.

L’economia entra anche nella risoluzione emblematicamente intitolata “Povertà: una prospettiva di genere”, votata per stimolare misure a sostegno dell’occupazione delle donne. “C’è un problema purtroppo ancora persistente nelle società europee dove – sottolinea l’europarlamentare siciliana –nonostante più di 50 anni di politiche per l’uguaglianza di genere, le differenze in termini occupazionali rimangono ancora molto sensibili. Ciò contribuisce alla femminilizzazione della povertà e pertanto gli stati membri devono dare impulso allo sviluppo di politiche volte a far crescere l’occupazione femminile, a cominciare dalla conciliazione tra lavoro e maternità.

Sì, infine, all’adozione di Misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio della Svezia. Il paese scandinavo ha infatti chiesto alla Commissione Europea di sospendere temporaneamente l’accoglienza di migranti per poter elaborare misure in grado di far fronte alla crescente e continua richiesta di asilo. “Nel 2015 la Svezia è stato il paese dell’Unione con il più elevato numero di richiedenti protezione internazionale pro capite – dice Caterina Chinnici nella propria spiegazione di voto – e solo nel primo trimestre di quest’anno ha accolto oltre 170 mila richiedenti, 73 mila dei quali erano minori. La richiesta si basa sulla reale necessità di trovare soluzioni adeguate e prevedere strutture e servizi per offrire, a chi arriva in Svezia, condizioni di vita uguali a quelle di cui godono i cittadini dello stesso paese”.

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